Cenni storici

Ultima modifica 2 luglio 2024

II più antico insediamento di cui si abbia documentazione archeologica sul territorio di Bussolengo risale alla media età del bronzo, all'incirca 3500 anni fa.

Veneti, Reti, Celti (Galli), si succedono sul territorio sino a quando i Romani non impongono il loro dominio e unificano la cultura.

A Bussolengo vi sono quali testimonianze d'epoca romana, un'enorme pietra trasformata in battistero e un cippo con iscrizione latina, entrambi posti all'interno della chiesa di San Salvar.
Nell'807 il re franco Pipino dona all'abate del monastero di san Zeno di Verona un terreno in San Vito al Mantico. Nell'825 appare per la prima volta su un atto di commutazione il nome "Gussilingus" da cui deriva “Bussolengo”.

Nel XII secolo Bussolengo sembra essere sotto la signoria rurale degli "Olderico" il cui più famoso rappresentante è Garzapane, un milite potente, amico fedele di Federico I Barbarossa.
Sotto gli Olderico si ha il trapasso alla prima forma comunale il cui primo podestà, nel 1199, è Garzeto figlio di Olderico di Garzapane.
Al tempo degli Scaligeri, dei Visconti e dei Carraresi, Bussolengo conserva le proprie prerogative comunali seppur limitate dall'esorbitante potere signorile, ed è una delle ville veronesi economicamente più floride.

Nel 1405 tutto il comune passa sotto il dominio della Serenissima Repubblica di Venezia la quale, già nel 1404 aveva fatto edificare, dove ora sorge il convento di San Francesco, una bastia a controllo delle strade e dei guadi dell'Adige.
Venezia istituisce il mercato settimanale (1409), fa redigere un accuratisimo "Catastico" delle proprietà terriere (1430) e avvia un ordinato sistema amministrativo.

Nei secoli XV e XVI, nonostante le guerre e le calamità ricorrenti Bussolengo diventa centro di rilevante interesse nel territorio veronese. Di qui passano le merci fluviali che scendono dal Trentino e dal crocevia di Bussolengo transitano imperatori e principi, mercanti e pellegrini, eserciti e contingenti militari.

Con lo scoppio della Rivoluzione francese e il susseguente giungere di Napoleone e dell'Armata Francese in Italia Bussolengo ritorna al centro dei grandi avvenimenti storici, è teatro di battaglia, terra di confine, soggetta ora alla Francia ora all'Austria.
Dopo la battaglia di Marengo e il Trattato di Lunéville, torna sotto la Repubblica Cisalpina, satellite della Francia e quindi sotto il Regno Italico.

Nel 1866 Bussolengo con tutto il Veneto, in seguito a referendum, viene annesso al Regno d'Italia.
All'inizio del 1900 anche Bussolengo beneficia degli sviluppi più ampi della seconda industrializzazione, ma l’attività principale della popolazione è quella agricola, come avviene da secoli, va scemando il lavoro sul fiume, diminuiscono i mulini galleggianti e crescono varie attività artigianali.

Nel 1943 avviene la costruzione del canale Biffis che ultimato alimenterà due centrali idroelettriche e renderà possibile l'irrigazione dei terreni più elevati di Bussolengo e di un vasto comprensorio di campagne dell'alto veronese. Questa realizzazione darà avvio a una autentica rivoluzione agricola nel paese: l'irrigazione renderà possibile la coltivazione intensiva del pesco.

Negli anni 50 saranno le aziende artigianali di calzature a far decollare il Paese . Nel 1961 si contano già a Bussolengo 22 aziende calzaturiere nelle quali lavorano 988 persone. Contemporaneamente cresce l'edilizia, la lavorazione del legno e del marmo, la lavorazione e il commercio del vino; l'agricoltura si rivitalizza con la moltiplicazione delle piantagioni di pesco.

All’inizio degli anni 2.000 sono presenti sul territorio 1131 imprese presso le quali trovano lavoro 5808 addetti. Particolare rilevanza assumono il commercio e soprattutto i servizi che costituiscono gradatamente la prevalente forma di lavoro.